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L’inquinamento luminoso è un nemico silenzioso, che rischia di offuscare il cielo e le sue stelle. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science, l’impossibilità di vedere questi corpi celesti è in forte crescita in tutto il mondo, precisamente del +7% in Europa e del +10% in Nord America. 

Bussole naturali, incanti che illuminano di magia le notti d’estate, fonti di studi complessi e tracce del passato, incluso quello primordiale: le stelle sono tutto questo e la maggior parte di loro ha un’età compresa tra 1 e 10 miliardi di anni. 

Eppure, la costante necessità (se non vera e propria dipendenza) di luce che avvertiamo noi esseri umani, rischia di farci perdere la connessione con questi corpi celesti meravigliosi, che aiutano la fauna selvatica a orientarsi durante i viaggi migratori e che hanno fatto sognare intere generazioni di studiosi, scienziati e artisti. 

Siamo certi di voler gettare questo patrimonio naturale nell’oscurità?

Che cos’è l’inquinamento luminoso

L’inquinamento luminoso è un’alterazione della quantità di luce naturale presente nell’ambiente notturno, provocata dall’immissione di luce artificiale. 

Questo fenomeno sta trasformando la notte in giorno nell’80% del mondo
Si tratta di un inquinamento della luce, ma anche da luce. Come riportato dall’articolo pubblicato dall’Agenzia Spaziale Europea, sono proprio le luci, specialmente quelle a led, a rappresentare un problema:

“I led hanno rappresentato certamente un’innovazione rivoluzionaria, perché hanno consentito di ridurre il consumo di energia e di migliorare la visione notturna; tuttavia, nel complesso, l’inquinamento luminoso è aumentato. Paradossalmente, più economica ed efficiente è l’illuminazione, più diventiamo dipendenti dalla luce”.

inquinamento luminoso

Gli effetti negativi dell’inquinamento luminoso

Le conseguenze dell’inquinamento luminoso sono molteplici e tutte negative. Tra queste, la più evidente è l’aumento della luminosità del cielo notturno, che ci isola da quell’ambiente di cui noi e il nostro pianeta siamo parte: l’Universo. 

Non meno pericolose sono le conseguenze:

  • sull’ambiente, come le alterazioni delle abitudini di vita e di caccia degli animali o dei processi fotosintetici nel caso delle piante
  • sugli umani, infatti il nostro bioritmo è “programmato” per alternarsi tra il giorno e la notte, un meccanismo noto come ritmo circadiano. Se il confine tra queste due fasi si assottiglia sempre più e prevale il tempo trascorso alla luce, il meccanismo si inceppa e l’equilibrio psicofisico rischia di essere compromesso da: depressione, tumori, diabete, obesità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che chi è esposto alla luce artificiale per molte ore al giorno, come coloro che lavorano di notte, ha una più alta insorgenza di tumori
  • sull’economia: l’inquinamento, infine, costituisce un inutile spreco energetico e di risorse. Secondo l’Osservatorio Conti Pubblici Italiani, l’Italia è tra i paesi europei che spende di più per l’illuminazione pubblica, circa un miliardo e 800 milioni di euro di elettricità ogni anno. 

Le conseguenze dell’inquinamento luminoso sono altamente impattanti, eppure sul fenomeno si sta facendo luce solo di recente.

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Come regolare questo fenomeno?

Nel 1992 l’UNESCO dichiara il cielo notturno patrimonio dell’umanità e, insieme all’Unione Astronomica Internazionale, sollecita le nazioni a stilare un testo legislativo a riguardo: 

“Illuminiamo bene dove è utile e manteniamo buio il cielo notturno. Risparmiamo denaro e riscopriamo il piacere di guardare il cielo. Eliminiamo gli sprechi e conserviamo la possibilità di acquisire attraverso lo spettacolo del firmamento un godimento estetico e, insieme, una cultura scientifica”.

La nazione che si è dimostrata virtuosa è stata la Francia, ma anche in Italia – che non possiede una legge nazionale sul tema – sono stati elaborati dei piani d’intervento regionali. Scopriamoli insieme. 

Inquinamento luminoso

Legge contro l’inquinamento luminoso in Francia

In Francia, la legge sull’inquinamento luminoso è entrata in vigore il 1 gennaio 2019 e si applica a tutte le aree pubbliche e private. Le illuminazioni esterne installate devono rispettare alcuni requisiti specifici, come avere i fasci di luce rivolti verso il basso e una temperatura di colore specifica. 

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Piani d’intervento in Italia

Tra le nazioni del G20, ossia tra i paesi più industrializzati, l’Italia e la Corea del Sud sono quelle maggiormente colpite dall’inquinamento luminoso. Il Bel Paese è talmente inquinato che quasi otto italiani su dieci non riescono più a godersi lo spettacolo offerto dalla Via Lattea

La prima regione che ha preso coscienza di questo fenomeno è stata il Veneto, che nel giugno del 1997 ha approvato le “Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”. 

Oggi, i piani d’intervento regionali sono aumentati e richiedono la redazione di un piano da parte di ogni comune e di ogni proprietario di impianti di illuminazione, in cui sia descritto lo stato di fatto e il piano d’intervento per l’adeguamento graduale degli impianti esistenti. 

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Riusciremo a rivedere le stelle?

Se per Dante, alla fine del suo lungo viaggio, la contemplazione del cielo stellato era una certezza, per noi rischia di trasformarsi in una mera speranza. 

Infatti, un bambino nato in Europa o in Nord America, dove dieci anni fa erano visibili 250 stelle, sarà in grado di vederne solo 100 al compimento dei 18 anni.

Evitare di tenere le luci di casa e le illuminazioni pubbliche extraurbane accese inutilmente, preferire fonti luminose a bassa intensità, sostituire gli impianti inefficienti sono comportamenti da adottare per continuare ad ammirare la luce più bella di tutte: quella dei corpi celesti. 


Fonti:

https://www.geomagazine.it/2023/02/13/linquinamento-luminoso-nasconde-lantica-connessione-con-le-stelle/

http://www.inquinamentoluminoso.it/download/coseinqlum3.pdf

https://cielobuio.org/wp-content/uploads/MP_Tesi.pdf

https://cielobuio.org/francia-approvata-la-legge-nazionale-sullinquinamento-luminoso/

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