Negli ultimi tempi l’agrivoltaico è uno degli argomenti più gettonati in ambito di sostenibilità. Intorno a questo sistema produttivo, infatti, si sta creando un’altissima aspettativa, poiché viene considerata la soluzione vincente per coniugare agricoltura ed energia pulita.
Nell’articolo approfondiremo i dettagli di questo processo che potrebbe trasformare il settore agricolo del Bel Paese in qualcosa di ancora più affascinante e valoriale.
Partiamo dalle basi: che cos’è l’agrivoltaico?
Stiamo parlando di un sistema complesso, poiché racchiude in sé due anime:
Una doppia natura che permette di utilizzare la stessa superficie di terreno per coltivare piante e produrre energia elettrica mediante l’installazione di pannelli solari fotovoltaici. In questo modo, è possibile sfruttare al massimo le risorse disponibili, ottimizzando l’uso del suolo agricolo e generando energia rinnovabile.
Ma attenzione: le soluzioni che prevedono la massima captazione solare da parte del fotovoltaico possono generare condizioni svantaggiose per l’agricoltura e viceversa. Ciò significa che creare un’eccessiva ombra sulle piante può provocare ricadute negative sulla fotosintesi e, quindi, sulla produzione.
Ad esempio, esistono colture molto adatte al sistema fotovoltaico, perché necessitano di tanta ombra per essere produttive, come le patate, l’insalata, gli spinaci e le fave; altre per le quali poca luce determina una forte riduzione della resa, basti pensare al frumento, al farro, al mais e agli alberi da frutto.
Ecco perché l’azienda agricola che intende avviare un sistema agrivoltaico dovrà tenere conto di tutti questi parametri per la buona riuscita del suo progetto.
Il sistema agrivoltaico permette di beneficiare di molteplici fattori.
Solo l’ombra proiettata dall’impianto aiuta a ridurre lo stress termico del terreno e a diminuire il consumo di acqua per l’irrigazione.
Inoltre, si calcola che l’utilizzo di questo sistema contribuisce a incrementare la produzione fino al 30% rispetto agli impianti fissi.
Tutti elementi che meritano di essere considerati e valorizzati, per ottenere molti vantaggi sia dal punto di vista economico sia da quello ambientale.
L’agrivoltaico è un argomento ampiamente discusso, perché ad aprile il Governo ha firmato il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con cui si intende incentivare lo sviluppo verde e digitale del Paese.
Tra le molteplici disposizioni, c’è una parte dedicata all’agrivoltaico, in particolare agli incentivi che favoriscono l’installazione di questi impianti, al fine di ridurre le tempistiche per raggiungere la transizione energetica.
In Italia, infatti, l’agrivoltaico è ancora poco diffuso, principalmente per due motivi:
I fondi di investimento stanziati dal PNRR corrispondono a circa 1 miliardo e 100 milioni di euro. Per accedere a questo bonus, gli agricoltori devono presentare dei progetti vantaggiosi sia per la coltivazione agricola sia per la produzione di energia green, contribuendo a rendere indipendente il settore agricolo dal punto di vista energetico.
L’agrivoltaico, vuole essere amico non solo della produzione agricola ed energetica, ma anche dell’ambiente, come dimostrano i requisiti che deve possedere secondo la normativa attuale.
Tra questi figurano:
Vediamoli nel dettaglio.
La configurazione spaziale e tutte le scelte tecnologiche dell’agrivoltaico devono consentire l’integrazione tra l’attività agricola e la produzione elettrica e incentivare il potenziale produttivo di entrambi i sottosistemi.
Il sistema deve garantire la produzione sinergica di energia elettrica e prodotti agricoli, quindi non deve in alcun modo compromettere la continuità dell’attività agricola o pastorale.
Le soluzioni adottate da questo sistema, che prevede dei moduli elevati da terra, sono integrate ed innovative, al fine di ottimizzare le sue prestazioni.
Infine, il sistema agrivoltaico deve essere dotato di sistemi di monitoraggio che consentano di valutare la sua attività sia in termini di operato che di sostenibilità.
Ad esempio, deve essere in grado di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, ma anche il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.
Non ci resta che ammirare i risultati di questo utilizzo ibrido del terreno, che potrebbe far nascere una sinergia virtuosa tra agricoltura ed energia, di grande importanza per il nostro Paese.
Fonti:
https://innovazionesociale.org/index.php/1703-transizione-energetica-una-mappa-del-potenziale-agrivoltaico-italiano-per-uno-sviluppo-sostenibile https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/PNRR/linee_guida_impianti_agrivoltaici.pdf