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Immergerci in acqua è una delle azioni più rigeneranti per il nostro benessere psico-fisico. Purtroppo, però, nuotare senza incrociare della plastica è diventato un lontano ricordo. 

Quante volte abbiamo sognato di vederla scomparire? 

Finalmente questo desiderio si sta trasformando in realtà grazie all’introduzione di nuove tecnologie, che stanno giocando un ruolo fondamentale nella salvaguardia del pianeta. 

In questo articolo, esploreremo il problema dell’inquinamento da plastica e descriveremo gli strumenti che si stanno dimostrando un potente alleato
per la creazione di un futuro più pulito e sostenibile.

Emergenza plastica: qualche dato

La plastica dispersa nei fiumi, nei laghi, nei mari e negli oceani rappresenta una delle emergenze globali più gravi da affrontare, al punto che la tutela delle risorse idriche è diventata uno degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, precisamente il numero 14 che si pone l’impegno di conservarle e utilizzarle in modo durevole.

Tra tutte le tipologie di plastica presenti sulla Terra, quella che desta maggiore preoccupazione è rappresentata dalle micro-plastiche.
Questi minuscoli frammenti sono così piccoli che i pesci li confondono per cibo.
Le conseguenze? Loro rischiano di morire e noi di ritrovare questi pezzetti nei nostri piatti.
Secondo un recente studio, ogni settimana ci esponiamo al pericolo di mangiare l’equivalente di una carta di credito di plastica. 
Senza un miglioramento nella gestione di questi rifiuti, tra 30 anni nel mare la quantità di plastica supererà quella dei pesci. Uno scenario che si prospetta devastante in termini ambientali.

L’inquinamento da plastica nel Mar Mediterraneo

Il Mar Mediterraneo è un hotspot di sostenibilità, cioè una zona del pianeta in cui è concentrata un’alta diversità della vita in termini di habitat, specie e individui. 

Il tasso di specie endemiche, ossia presenti unicamente in questo territorio, si aggira intorno al 20% – 30%. Una percentuale che è il risultato di evoluzioni di milioni di anni. 
Eppure, in questo luogo così importante e strategico dal punto di vista ambientale, ogni anno finiscono 570 mila tonnellate di plastica. Qui, entro il 2025, le microplastiche rischiano di aumentare del 300%, compromettendo non solo gli ecosistemi marini, ma anche quelli terrestri e la biodiversità.

Emergenza plastica: cambiamo rotta con le nuove tecnologie

Se da un lato la plastica sta diventando una minaccia sempre più incombente, dall’altro la tecnologia sta facendo passi da gigante per arginare il problema. 

Esistono dei sistemi che raccolgono i detriti plastici, alimentati da energia rinnovabile e progettati per minimizzare le emissioni. 
Queste tecnologie emergenti dimostrano la potenzialità della scienza e dell’innovazione nel preservare il nostro pianeta e ripristinare gli ecosistemi vitali, tra cui quello marino, attraverso soluzioni che possono proteggere le risorse naturali per le generazioni future e scongiurare possibili emergenze ambientali. 

Scopriamo allora insieme queste nuove tecnologie!

Partiamo dai fiumi

Mr. Trash Wheel è un intercettatore di rifiuti, che viene posizionato alla fine di un corso d’acqua. 
Alimentato in modo sostenibile, i suoi bracci di contenimento permettono sia di catturare i rifiuti che galleggiano sulla superficie sia di impedire sia che eventuali dispersioni di petrolio inquinino l’acqua.  
Al momento Mr. Trash sa solo separare la plastica dagli altri rifiuti, la prossima sfida che dovrà affrontare sarà il riciclo!

Come ridurre l’inquinamento della plastica con i battelli ecologici

Pelikan è una soluzione innovativa dedicata alla raccolta dei rifiuti solidi galleggianti, semi-sommersi e oleosi negli specchi acquei marini, lacustri e fluviali. 
Su questa imbarcazione eco-compatibile è realizzata con alluminio riciclato, l’equivalente di oltre 220 mila lattine per bevande e dotata di pannelli fotovoltaici posti sul tetto della cabina per fornire energia ai servizi di bordo. 
Con le sue due pinze, raccoglie i rifiuti galleggianti e semi-sommersi, che poi vengono stoccati e condotti al recupero o allo smistamento.

Le Manta: il catamarano che pulisce i mari

Il merito di questa invenzione va al velista Yvan Bourgnon, che nel 2013 ha fatto il giro del mondo in catamarano senza cabina e GPS, e fondatore dell’associazione SEA Cleaners, un team di navigatori e scienziati uniti dal grande amore per il mare. 

Le Manta è una nave che prende il nome e la forma del maestoso animale e permette di raccogliere 250 tonnellate di plastica per ogni uscita in mare.
 
Mentre raccoglie i detriti, le Manta attiva un segnale sonoro, per mantenere i cetacei e gli altri pesci fuori dalla traiettoria. 

Tra i suoi obiettivi non c’è solo il recupero della plastica, ma anche la possibilità di ospitare missioni scientifiche a bordo per trovare soluzioni tecnologiche innovative utili alla gestione dei rifiuti. 

Non dimentichiamo che tutto dipende dalle nostre azioni: best practices

La plastica è davvero onnipresente: quel materiale concepito per durare il più a lungo possibile è stato trasformato in qualcosa che usiamo e trasformiamo in rifiuto ogni giorno. 

In Europa è entrata in vigore una direttiva che vieta la messa in commercio di alcuni prodotti in plastica usa e getta, come piatti e posate, cannucce, aste per palloncini e contenitori per alimenti e bevande in polistirene. Eppure, ciò che rende più complicata la risoluzione di questo problema mondiale è l’assenza di norme internazionali in merito. 

Dato che l’inquinamento da plastica è un tema che riguarda ogni persona in ogni angolo della Terra, è inevitabile ricorrere ad azioni virtuose. 

Ecco quindi una lista di best practices che ognuno di noi può seguire:

  • ridurre il consumo di plastica, preferendo materiali biodegradabili
  • riciclare i rifiuti in modo adeguato, seguendo le linee guida del proprio comune
  • non buttare mai i rifiuti per terra, né abbandonarli in spiaggia
  • partecipare attivamente alle iniziative di pulizia dei fiumi e delle spiagge per rimuovere i rifiuti dalle risorse idriche.

Queste piccole azioni possono farci raggiungere un grande cambiamento: che ne dite di spiegare le vele e dirigerci verso la sostenibilità?

L’esempio virtuoso di Ocean Cleanup

The Ocean Cleanup è un’organizzazione no-profit che sta sviluppando delle tecnologie per liberare gli oceani dalla plastica. 

Il suo obiettivo è quello di ridurre del 90% la presenza della plastica galleggiante negli oceani entro il 2040. 

Negli ultimi anni il team di questa organizzazione ha installato telecamere che scattano migliaia di immagini di detriti e di plastica in tutto il mondo. Questa tecnologia ha il potenziale di aumentare enormemente la nostra capacità di monitoraggio globale e contribuire a guidare le operazioni di pulizia. 

La plastica inizialmente è stata considerata un trionfo a livello industriale, grazie alle sue molteplici qualità e al suo prezzo competitivo. Oggi, invece, è vista come un nemico. 

Dare a questo materiale una seconda vita e tornare a considerarlo come un’incredibile risorsa, anziché come un rifiuto, potrebbe farci approdare in un mondo migliore. Che ne dici di raggiungerlo insieme?

Fonti:

https://www.agendadigitale.eu/smart-city/tecnologie-contro-la-plastica-dispositivi-e-progetti-per-rendere-i-mari-meno-inquinati/
https://waterdefenders.it/?lang=it&pagename=home
https://www.ecomondo.com/blog/21350494/inquinamento-da-plastica-in-mare-cause-conseguenze-e-soluzioni#
https://marevivo.it/wp-content/uploads/2023/01/Mediterraneo-hotspot-di-Biodiversita.pdf
https://garbagegroup.it/boats/pelikan/


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