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L’eco design è un concetto che sta prendendo sempre più piede nel mondo dell’architettura. Una tendenza che non è dettata solo dal gusto o dall’estetica, ma da una necessità globale, ambiziosa e basilare: quella di garantire un futuro al pianeta in cui viviamo. 

Un progetto estremamente complesso, sia per l’obiettivo che si pone, sia perché richiede una visione eco-compatibile durante l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla sua ideazione, progettazione, produzione fino al suo utilizzo e smaltimento. 

Ammettiamolo: il mondo così come lo vediamo oggi e la nostra vita non sono sostenibili. Secondo il designer e docente universitario Paolo Crescenti, proprio “l’opportunità di provare a progettare oggetti che abbiano un impatto minore rappresenta un grandissimo stimolo per trovare soluzioni, possibilità e potenzialità da mettere in campo”.

Scopriamo insieme le sfide passate e future di questo settore.

Quando nasce l’eco design?

Lo sviluppo dell’eco design segue di pari passo i primi dibattiti scientifici sui problemi ambientali. Una data significativa è rappresentata dal 1972, quando viene pubblicato il libro “I limiti dello sviluppo” redatto da un gruppo di ricercatori del MIT: Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers e William W. Behrens III.

Questo studio mette in discussione il mito ottimistico del progresso continuo e analizza le conseguenze disastrose della crescita incontrollata della popolazione e dell’economia globale, tanto che le sue tesi cambiano la coscienza collettiva e diventano l’asse portante del movimento ambientalista. 

Tale indagine riscontra un’enorme risonanza perché nello stesso anno si tiene la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano, che pone l’attenzione sul bisogno di stabilire prospettive e principi comuni al fine di guidare i popoli del mondo verso una conversazione e miglioramento dell’ambiente umano. 

Nel 1992, l’anno del Vertice della Terra di Rio de Janeiro, arriva l’amara consapevolezza: i limiti della capacità di sostentamento del nostro pianeta sono già stati superati. 

È questo evento che porta i designer ad affrontare la questione ambientale secondo una visione complessa e sistematica, non più concentrata unicamente sulla qualità della materia. Il merito di questo cambio di prospettiva va a Luigi Bistagnino e Carla Lanzavecchia: il loro catalogo interattivo in CD-ROM, “Eco-design. Oggetti, processi, materiali”, è la prima testimonianza dell’avvio di una produzione di oggetti pensati secondo le linee guida dell’eco design

Vediamo nel dettaglio quali sono i principi di questa branca green del design. 

Quali sono le fondamenta del design sostenibile?

Un oggetto di design, per essere eco-friendly, deve soddisfare alcuni requisiti. Il primo tra questi è l’equità, secondo cui ogni persona al mondo deve disporre della stessa quantità di risorse naturali.

Altri criteri fondamentali sono stati stilati dall’architetto William McDonough nel Bill of Rights for the Planet durante l’Expo del 2000 ad Hannover e si concentrano su: 

  • diritti dell’umanità e della natura, la cui interdipendenza va riconosciuta per coesistere in modo sano
  • eliminazione del concetto di rifiuto, per ottimizzare il ciclo di vita dei prodotti e avvicinarsi allo stato dei sistemi naturali
  • energia naturale, come ad esempio quella solare, da incorporare nei progetti in modo sicuro ed efficiente
  • miglioramento costante volto ad unire considerazioni sostenibili a lungo termine e responsabilità etica, al fine di ristabilire una relazione sana tra processi naturali e attività umane.

Materiale ecosostenibile

Sicuramente il materiale ecosostenibile merita una menzione speciale all’interno del ciclo produttivo che desidera rispettare la natura. Ce ne sono di molte tipologie:

  • Materiali naturali, come il legno, il bambù, la canna da zucchero, il sughero
  • Materiali riciclati dal vetro alla plastica fino alla carta o all’alluminio
  • Materiali biodegradabili ossia quelli compostabili derivati dai rifiuti organici, come l’amido e la cellulosa
  • Materiali innovativi come quelli bio-compositi o quelli a base di fungo, di alghe ecc…

Tutte queste tipologie di materie sono pensate per essere più durature, aggiornabili, riparabili e sostituibili, al fine di intraprendere il percorso verso la transizione ecologica e promuovere uno sviluppo sostenibile dell’economia.

Naturale è sinonimo di green?

Spesso un materiale naturale viene automaticamente etichettato come “eco friendly”, eppure bisogna fare molta attenzione a non considerarlo necessariamente più sostenibile di uno artificiale. 

Facciamo un esempio pratico, riprendendo un confronto avanzato dal design Paolo Crescenti: 

Prendiamo una sedia in cartone. Ad un primo sguardo si potrebbe pensare che si tratti di una scelta a basso impatto ambientale, perché il cartone è un materiale rinnovabile, ma se si pone a confronto con una sedia in legno di buona qualità, è evidente come vi siano dei grandi limiti in questo senso

Le sedie savonarole, che costituiscono una porzione del nostro immenso patrimonio artistico-culturale, non sono state progettate con l’obiettivo della sostenibilità, ma sono estremamente durevoli.  Ciò dimostra che l’impatto ambientale non è dato soltanto dal materiale, ma anche da come viene lavorato, dismesso, utilizzato. In sintesi, da come risponde alle fasi del ciclo di vita

Eco design, il primo passo verso l’economia circolare

I limiti dell’economia lineare, ossia quella che prevede che un prodotto venga ideato, utilizzato e infine dismesso, sono ormai chiari a tutti. Le risorse ambientali, infatti, non sono infinite e proprio per questo è necessario dar vita a un nuovo paradigma architettonico, economico e ambientale. 
L’obiettivo dell’eco design non è solo quello di creare prodotti sostenibili, bensì di intervenire a monte del processo creativo e proporre archetipi che ci facciano vivere la contemporaneità al meglio delle nostre opportunità.

Dare vita a un modello di sviluppo con minore impatto ambientale significa ridurre i rifiuti, l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse. Ecco perché l’eco design rappresenta il primo passo verso un’economia circolare, che mira a ristabilire un equilibrio tra la Terra e i suoi abitanti. 


Fonti:

https://www.etoilesrl.it/news/il-futuro-nellecodesign/

https://www.arpal.liguria.it/images/stories/Dichiarazione_di_Stoccolma.pdf

https://economiacircolare.com/ecodesign-the-future-design-cambiare-modello-di-sviluppo/

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