Educazione Ambientale
18.11.2022

Ecovillaggi: vivere sostenibile è un sogno che si realizza

Gli ecovillaggi rappresentano un desiderio avverato. Alzi la mano chi ha sperato di svegliarsi al canto degli uccellini, passeggiare nei boschi, nutrirsi con i prodotti del proprio orto e vivere ogni giorno nella natura incontaminata.

Poi c’è chi ha trasformato questa idea in realtà, abbandonando la frenesia cittadina e scegliendo uno stile di vita sostenibile a livello ecologico, sociale, spirituale ed economico. Dove il rapporto tra gli abitanti e la Terra è davvero in equilibrio.

Scopriamo insieme questo magico universo, che sembra arrivare da un passato lontano e invece è estremamente attuale.

Che cosa sono gli ecovillaggi?

Gli ecovillaggi spesso vengono considerati come delle entità “mitologiche”, ma si tratta di luoghi fatti di persone, mani, cuori, saperi e aspirazioni che scelgono di impegnarsi ogni giorno per raggiungere obiettivi comuni.

Il Global Ecovillages Network (GEN) Europe li ha descritti come “centri abitati moderni, dove l’uomo vive in armonia e cooperazione con la natura, sperimentando nuove tecnologie e nuove abilità per creare un modo di vivere più sostenibile, pacifico e diverso”. Una definizione volutamente ampia, poiché ogni ecovillaggio è pensato e costruito su misura delle persone che lo vivono, a partire dalla loro visione comune, dai loro valori e interessi.

Bisogna riconoscere, però, che tutti hanno delle caratteristiche fondanti comuni, cioè:

  • nuclei abitativi organizzati per ridurre al minimo l’impatto ambientale
  • l’uso di energie rinnovabili
  • l’autosufficienza alimentare.

Il primo ecovillaggio della storia

È la mente di Stephen Gaskin, all’epoca professore di scrittura creativa all’Università di San Francisco, a partorire l’idea di una nuova comunità attenta ai bisogni del pianeta. Siamo negli anni Settanta quando il professor Gaskin  fonda nel Tennessee The Farm, il primo ecovillaggio del mondo. Lo segue una carovana composta da 80 scuolabus e 320 persone, che esibiscono lo striscione con scritto “Out to save the World”.  

La creazione di un modello di micro-società basata sui principi di nonviolenza, sostenibilità e solidarietà è un obiettivo perfettamente riuscito. Ancora oggi, a distanza di quasi 50 anni, The Farm rappresenta un grande laboratorio ecologico e sociale. Qui circa 200 persone svolgono attività eterogenee, che vanno dall’editoria alla produzione di tofu e latte di soia, dalla produzione radiotelevisiva all’organizzazione di corsi di formazione sull’ambiente e l’ecologia in collaborazione con la Gaia University. Tutte azioni quotidiane volte a un obiettivo specifico e più “grande”: quello di salvare il pianeta.

Il panorama italiano

Vediamo adesso quali sono i principali ecovillaggi presenti nel nostro Paese.

Utopiaggia, il primo ecovillaggio in Italia

Lo stile di vita di Gaskin è stato d’ispirazione per tutto il mondo, Italia inclusa. Il primo ecovillaggio del Bel Paese è quello di Utopiaggia, in Umbria. Qui, nel 1982, una cinquantina di tedeschi hanno realizzato il proprio sogno di autogestione e autosufficienza, vivendo di agricoltura, allevamento e artigianato in una dimensione collettivista.

Questa realtà, situata in una valle incontaminata e selvaggia, ancora oggi è la casa di 19 persone (e di tutte quelle che vorranno unirsi). I tre edifici che compongono la struttura sono accoglienti e ognuno è dotato di un proprio orto. Gli ulivi permettono di produrre olio in quantità, mentre pecore e galline garantiscono alla dispensa comunitaria un buon approvvigionamento di latte e uova.

Vediamo in quali altri luoghi della penisola si vive così, senza gerarchie e in un rapporto co-produttivo con la natura.

Bagol’Area

È il 2005 quando un gruppo di amici decide di ripristinare un ecosistema locale a Santa Venera di Mascali, in provincia di Catania.

La zona prima era stata deturpata dall’agricoltura intensiva e poi abbandonata per più di trent’anni. I ragazzi lavorano duramente per recuperare il paesaggio, eliminando il pascolo intensivo ed evitando le lavorazioni profonde del terreno. Non solo. Decidono di attivare pratiche agricole orientate alla permacultura, finalizzata all’incremento della biodiversità, di costruire unità abitative seguendo gli standard della bioarchitettura e di raccogliere l’acqua piovana per l’irrigazione estiva.

Una sfida che i giovani stanno vincendo in modo davvero virtuoso.

Cooperativa di Bordo

L’Alta Valle Antrona, al confine con la Svizzera, è stata abitata stabilmente fino agli anni Cinquanta, poi le famiglie hanno deciso di trasferirsi verso il fondovalle, nei pressi della strada provinciale, per motivi logistici.

Agli inizi degli anni Ottanta alcuni giovani svizzeri e tedeschi scoprono l’antico villaggio abbandonato e ne rimangono affascinati, tanto da acquistarlo e ristrutturarlo, conservando le caratteristiche architettoniche locali: i muri a secco, i tetti in pioda e i balconi di legno.

Oggi Bordo è un centro vitale aperto a chiunque voglia riscoprire la lentezza della montagna e cercare serenità, ispirazione e connessione con se stessi e gli altri.

Giardino della Gioia

Nel cuore del Gargano, tra il mare incantato e le colline rigogliose, nasce il Giardino della Gioia. Gli abitanti di questo ecovillaggio sono accomunati dall’amore per la natura e dal desiderio di raggiungere l’autosufficienza.

L’autosostentamento viene ricercato attraverso la coltivazione di due orti sinergici, mentre per ridurre al minimo l’impatto ambientale, la comunità si è dotata di:

  • cucina solare
  • lavatrice a pedali
  • toilette compostante
  • pannelli solari.

Tutti elementi che probabilmente non mancheranno nelle case del futuro!

Il Popolo degli Elfi

L’Appennino Pistoiese ospita, fin dagli anni Ottanta, una delle esperienze più originali del movimento comunitario italiano: il Popolo degli Elfi. Si tratta di una comunità di circa 150 persone, suddivise in quindici nuclei, alcuni distanti tra loro un’ora di cammino a piedi.

Con gli elfi mitologici, quelli dell’Appennino hanno in comune la scelta di vita. Infatti, la maggior parte delle abitazioni è priva di elettricità e ci si nutre raccogliendo frutti ed erbe spontanee, coltivando ortaggi, cereali, castagne, olive e allevando bestiame per la sussistenza.

Per alcuni gli ecovillaggi sono considerati la più grande utopia del nostro tempo, per altri rappresentano l’unico modello socio-economico possibile per limitare i danni che l’uomo ha provocato sulla Terra e per sopravvivere ad essi, tutelando il futuro.

Ciò su cui tutti concordiamo è che si tratta di un atto rivoluzionario, che invoca un ritorno alle origini, alla Natura.

Fonti:

https://siviaggia.it/notizie/ecovillaggi-cosa-sono-dove-trovarli-italia/348743/

https://www.cure-naturali.it/enciclopedia-naturale/vita-naturale/vita-green/ecovillaggio.html

https://www.terranuova.it/News/Ecovillaggi-e-cohousing/The-Farm-trent-anni-di-utopia

https://utopieverdi.altervista.org/ecovillaggiobaagolarea/

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