I fiordi sono specchi d’acqua di mare che scorrono attraverso strette pareti rocciose. Si tratta di un concentrato naturale di meraviglia, dove la realtà assomiglia più a una fiaba.
Questa opera d’arte paesaggistica si è formata grazie alla ritirata dei ghiacciai e all’inondazione delle valli a forma di U da parte del mare.
Oltre ad arricchire il mondo di bellezza, i fiordi sono strutture fondamentali per il clima del nostro pianeta. Infatti, pur costituendo appena lo 0,1% della superficie marina globale, intrappolano circa il 12% del carbonio presente nei mari e negli oceani della Terra.
Addentriamoci nei dettagli.
Come svela uno studio pubblicato su Science Advances, i fiordi contribuiscono a regolare i cicli climatici della Terra, guidando l’alternanza tra periodi glaciali e interglaciali.
Noi stiamo vivendo in quest’ultimo intervallo, dove il clima è più mite e i fiordi diventano dei punti di drenaggio strategici. Infatti, raccolgono i sedimenti organici trasportati dalle acque piovane e dai fiumi, accumulandoli sul loro fondale.
Nel caso dei periodi glaciali, invece, la panoramica è ben diversa, perché i ghiacciai tornano a ricoprire i fiordi, spingendo in superficie i sedimenti, che vengono nuovamente esposti all’ossigeno.
Ciò che rende particolarmente interessante questo fenomeno, è l’interazione tra i depositi e il calore. Secondo un team di ricercatori internazionali della University of South Florida, durante i periodi caldi i fiordi assorbono anidride carbonica (a un ritmo di circa 5 volte più veloce di quello degli altri fondali oceanici), per reintrodurla nei momenti più freddi. In sintesi, potremmo dire che i fiordi funzionano da termoregolatori terrestri.
Il cambiamento climatico, però, rischia di inceppare questo equilibrio.
Gli effetti del riscaldamento globale sono davanti agli occhi di tutti. Tra i molteplici cambiamenti causati da questo fenomeno, troviamo anche l’interruzione del ritmo regolare tra periodi glaciali e interglaciali.
Inoltre, il cedimento del permafrost minaccia questi ecosistemi e, con loro, centinaia di piccoli paesi e città artiche.
Stabilire nel dettaglio come reagiranno questi paesaggi appare difficile, ma ciò che sta accadendo ai fiordi di Kenai può darci qualche idea.
L’Alaska ospita una diversità naturale più unica che rara, a rischio di estinzione.
Infatti, le temperature in continuo aumento stanno accelerando lo scioglimento dei ghiacciai e a farne le spese è uno dei parchi nazionali più importanti di quello stato: i fiordi di Kenai.
L’area, estesa 2711 km2, ospita 38 ghiacciai e l’Harding Icefield, un altopiano completamente ghiacciato. Questo luogo ricco di incanto, dove orsi bruni, castori e alci popolano la terraferma, mentre orche e balene grigie attraggono i turisti, potrebbe diventare presto un lontano ricordo.
Nella regione, infatti, le zone boschive si stanno allargando e le zone umide vanno restringendosi, mentre le specie terrestri sono costrette a spostare il proprio raggio di azione e gli animali marini vedono la propria catena alimentare alternarsi.
Simili avvenimenti accadono anche nei famosi fiordi norvegesi, dove le temperature si stanno innalzando sempre più.
La situazione dei fiordi di Kenai ci ricorda quanto la relazione tra natura e cambiamento climatico sia complicata. Spesso siamo talmente impegnati a rincorrere gli impegni che la città impone, che tendiamo ad etichettare il problema come una questione futura.
Dovremmo invece prendere esempio dagli addetti ai lavori dei fiordi di Kenai, che sono determinati a cercare una soluzione, con un programma speciale, il Climate Friendly Parks.
Questa partnership tra EPA (Environmental Protection Agency) e National Park Service considera la questione ambientale una priorità e promuove comportamenti virtuosi nei parchi aderenti. Qui i tentativi di ridurre le emissioni connesse alle varie strutture sono già concreti, come l’attenzione a informare ed educare su tali tematiche.
Perché sorprenderci davanti a una soffice distesa di neve o ammirando le sfumature di un tramonto, è un bene prezioso che tutti noi dobbiamo impegnarci a salvaguardare.
Fonti: