Forse non lo sapevi, ma nel mondo esistono delle terre che devono rimanere incontaminate a tutti costi per non stravolgere il clima.
Questi territori ospitano riserve non recuperabili di CO2: significa che se le loro enormi quantità di gas a effetto serra dovessero disperdersi nell’atmosfera non sarebbe più possibile centrare l’obiettivo di azzerare le emissioni nette entro il 2050. In poche parole la temperatura media globale, di conseguenza, schizzerebbe alle stelle.
Una prospettiva non proprio rassicurante. Ma andiamo a vedere nel dettaglio.
Niente teorie del complotto strampalate. È semplicemente la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato da Nature Sustainability secondo il quale le riserve di CO2 non rigenerabili sono concentrate in una superficie del pianeta relativamente piccola.
Territori da proteggere a tutti i costi poiché se dovessero essere intaccati, anche solo parzialmente, l’umanità si troverebbe costretta a compensare integralmente la perdita.
Ma dove si trova esattamente tutto questo biossido di carbonio? Principalmente in zone presenti nel bacino del Congo, nell’Amazzonia occidentale (le foreste tropicali e le torbiere di quella zona sono il più grande deposito di carbonio irrecuperabile al mondo), nella costa settentrionale del Pacifico americano (Canada e USA), così come in Siberia (la Russia ospita il 23% del CO2 irrecuperabile presente in natura) , in una porzione dell’Oceania (Australia e Papua Nuova Guinea) e nel sud-est asiatico (Indonesia).
Non ottimale…
Russia, Australia, Canada e Stati Uniti negli ultimi anni, vengono costantemente colpiti da incendi. In Brasile, invece, il governo Bolsonaro ha dato un’ulteriore spinta alla deforestazione dell’Amazzonia.
Sarebbe bello se gli alberi potessero muoversi più di quanto non facciano già per sfuggire a queste catastrofi. ( https://grazie.it/blog/perche-gli-alberi-si-muovono/ )
I principali pericoli per le riserve non rigenerabili di CO2 (e quindi per il clima) sono:
Queste situazioni hanno provocato, solo negli ultimi 10 anni, emissioni di biossido di carbonio pari a 4 miliardi di tonnellate. Un ritmo preoccupante, considerando che ad oggi si stima che la Terra conservi solamente tra 139 e 442 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio irrecuperabile. Il 50% è concentrato nel 3,3% delle terre emerse analizzate dallo studio di Nature Sustainability. Interessante notare come circa un terzo di queste aree sia gestito da comunità autoctone, ulteriore conferma del ruolo cruciale rivestito dalle popolazioni indigene nella lotta ai cambiamenti climatici e nella salvaguardia del pianeta.
Per approfondire:
www.lifegate.it
www.theguardian.com