Un ricordo della nostra infanzia, il simbolo di un cambiamento, l’espressione di ciò che vogliamo essere. I vestiti raccontano molto di noi, ma spesso tendiamo a non soffermarci sulla loro storia.
Da dove provengono i materiali di cui sono fatti? Chi ha cucito i lembi? Quanta strada hanno percorso prima di apparire così sfavillanti in vetrina? Dietro a ogni abito c’è un mondo, che il più delle volte non è altrettanto luminoso quanto le paillettes che rivestono la superficie delle stoffe.
Le nostre scelte di abbigliamento possono sembrare insignificanti nel grande schema delle cose, ma il loro impatto è profondo e duraturo. Dall’energia utilizzata per la produzione alla quantità d’acqua necessaria per tingere i tessuti, ogni passo della catena di produzione tessile ha un riflesso nell’ecosistema.
Questo articolo vuole essere un invito a scegliere la moda etica, i motivi che vi spiegheremo sono molteplici, ma ognuno di questi rappresenta una dichiarazione d’amore verso noi stessi e verso il pianeta che condividiamo.
La moda etica e sostenibile è una moda che abbraccia il rispetto dei lavoratori, dell’ambiente e degli animali.
In un periodo storico dove la preoccupazione ambientale si sta facendo sempre più sentire, tale approccio diventa una necessità.
Il modello produttivo etico-sostenibile è quindi attento a garantire:
Il green fashion porta con sé una serie di benefici tangibili, che vanno ben oltre al soddisfacimento estetico, come:
Con slow fashion si intende letteralmente moda lenta, caratterizzata da poche collezioni annuali, una produzione artigianale e una promozione del riciclo e del second hand.
Questo movimento è nato per contrastare una tipologia di produzione dettata dalla velocità, in cui il concetto di stagionalità è stato sostituito da quello di riassortimento continuo.
Oggi che stiamo diventando sempre più consapevoli delle criticità climatiche, anche quest’ultimo modello sta subendo un’evoluzione in cui la sostenibilità diventa garante della disponibilità delle risorse ambientali, della qualità della vita degli abitanti della Terra e dell’efficienza economica delle imprese.
La risposta a questa domanda ce la danno i numeri. Secondo un’indagine condotta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2020 il consumo di prodotti tessili in Europa è stata tra le maggiori fonti di degrado delle risorse idriche e dell’uso del suolo. Basti pensare che per la produzione di una t-shirt in cotone (proveniente da agricoltura intensiva) sono necessari 2.700 litri di acqua dolce. Praticamente la quantità che una persona dovrebbe bere in circa due anni e mezzo.
A questi numeri spropositati si aggiunge anche un cambiamento nel modo con cui le persone eliminano gli indumenti: molti capi, anziché essere donati, vengono gettati.
Inoltre, ad aggravare la situazione, è la crescita inarrestabile del settore. Infatti la produzione globale di fibre tessili è passata dai 58 milioni di tonnellate nel 2000 ai 109 milioni di tonnellate nel 2020 e si prevede che crescerà fino a 145 milioni di tonnellate entro il 2030.
Ecco perché è fondamentale passare alla moda etica, adottando un modello di business incentrato sulla valorizzazione delle risorse anziché sul loro esaurimento.
L’Europa sta lavorando in questa direzione. Scopriamo come.
Raggiungere un’economia circolare entro il 2050 è uno dei molteplici obiettivi europei.
Per trasformare questo sogno in realtà, i Paesi comunitari devono rispettare alcune misure, come:
Una grande novità è l’introduzione del passaporto digitale dei prodotti, che registrerà l’origine e i dati di produzione di uno specifico articolo tessile, così da controllare il rispetto delle regole di progettazione eco-compatibile.
Preferire i negozi locali, scegliere il design sostenibile, riciclare e riutilizzare sono delle azioni che sostengono la moda etica.
In questa avventura verso un guardaroba più rispettoso dell’ambiente, dobbiamo essere noi i pionieri del cambiamento.
Come? Seguendo queste tips ecologiche!
Ognuno di noi può attivarsi per dare vita a un cambiamento positivo, partendo anche da alcuni semplici accorgimenti in fatto di stile.
Ad esempio, applicando la regola delle 7 R:
Gli abiti che indossiamo rappresentano un passo verso la preservazione del pianeta. Spetta a noi tracciare la traiettoria.
Fonti: