Educazione Ambientale
24.3.2023

Ora legale, facciamo luce sui suoi molteplici benefici

Lo scoccare dell’ora legale coincide con l’inizio della primavera e ogni anno ci fa spostare le lancette un’ora avanti.

Tutti i Paesi dell’Unione Europea applicano questa regola, ma ultimamente è in atto un dibattito sulla sua efficacia.

Molti stati, infatti, sarebbero intenzionati ad abolirla, perché considerano il consumo energetico non più vincolato alla sola illuminazione degli edifici, ma anche all’alimentazione dei dispositivi elettrici o elettronici (che non dipende dalle ore di luce del giorno).

Eppure, questa storica convenzione si dimostra molto amica del risparmio e dell’ambiente. Scopriamo perché.

Ora legale: quando nasce e perché?

L’ora legale, nel corso della storia, è sempre stata una questione ampiamente dibattuta.

Già verso la fine del Settecento Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti e scienziato (è lui l’inventore del parafulmine), cercava una soluzione per approfittare della luce durante le lunghe giornate primaverili. A quei tempi gli orologi non erano diffusi e alzarsi prima per essere presto al lavoro, avrebbe consentito di risparmiare sulle candele, indispensabili per illuminare gli spazi durante le ore serali.

Da qui nasce l’esigenza di Franklin, che nel suo saggio “Un progetto economico per diminuire il costo della luce”, pubblicato sul Journal de Paris nel 1784, propone molteplici soluzioni: tassare le persiane, razionare le candele, installare un cannone in ogni strada che spari un colpo quando è ora di alzarsi. Nessuna di questa però è stata presa seriamente in considerazione.

È l’imprenditore William Willett a tornare sull’argomento, al fine di migliorare la produzione industriale e il risparmio. Nel 1907 suggerisce di spostare le lancette di 80 minuti avanti durante il mese di aprile e di fare l’esatto contrario a settembre. La sua idea viene accolta durante la prima guerra mondiale, quando il risparmio energetico diventa una priorità.

Anche l’Italia fa lo stesso, ma a intermittenza. Dopo un periodo di ripristini e soppressioni, con tanto di distinzione tra Nord e Sud, il Bel Paese introduce definitivamente l’ora legale nel 1966.

Dal 1996 tutti i paesi dell’Unione Europea, la Svizzera e anche gli stati dell’Europa dell’est adottano tale convenzione.

Molte nazioni, invece, hanno scelto di non utilizzarla. Vediamo di chi si tratta.

I Paesi che hanno preferito l’ora solare

Ci sono delle zone del mondo dove si evita il cambio dell’ora, per affidarsi alla luce solare, come:

  • I Paesi tropicali, dove la variazione di luce durante l’arco dell’anno è davvero minima
  • La Russia, che ha definitivamente abolito l’ora legale nell’ottobre del 2014
  • L’ Egitto che, invece, sospende l’ora legale durante il mese del Ramadan, per rendere meno difficile il rispetto del digiuno fino al tramonto.

I vantaggi di spostare le lancette un’ora avanti

I benefici dell’ora legale possono essere riassunti citando ancora lui, Benjamin Franklin:

Presto a letto e presto alzato, fan l’uomo sano, ricco e fortunato.

Se sulla fortuna purtroppo non possiamo esprimerci, per quanto riguarda economia e sostenibilità i dati raccolti supportano la teoria dello scienziato:

  • Secondo TERNA, la Rete di Trasmissione Nazionale Italiana, il cambio dell’ora ha permesso al nostro Paese di ridurre i consumi di energia elettrica di 10,5 miliardi di kWh dal 2004 al 2021, garantendo un risparmio di oltre 1,8 miliardi di euro.
  • Le stime di SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) e Consumerismo No profit, mostrano un quadro positivo anche per l’ambiente e la salute. L’ora legale, infatti, ridurrebbe le emissioni di C02 di 200.000 tonnellate ogni anno.

Quando cambia l’ora?

Quest’anno il cambio dell’ora scatterà tra sabato 25 e domenica 26 marzo, alle 2 di notte, che diventeranno quindi le 3.

Ciò significa che dormiremo un’ora in meno. Un “problema” avvertito solo da una piccola parte della popolazione, che in questa occasione dichiara di soffrire di piccoli fastidi come sonnolenza, irritabilità e stanchezza, ma che hanno breve durata. Infatti, al cambio dell’ora solitamente ci si abitua nel giro di 24-48 ore.

Questa pratica, però, apporta anche dei benefici alla nostra salute, poiché avremo un’ora di luce in più per fare attività all’aperto e socializzare, riducendo così la sedentarietà che spesso ci affligge. Inoltre, una maggiore esposizione alla luce naturale regola il ciclo sonno-veglia, le funzioni muscolari e la temperatura corporea. Non solo: si ritiene che possa anche aumentare il rilascio della serotonina, l’ormone del buonumore… un valido motivo per alzarsi un’ora prima, non credete?

In futuro diremo sì all’abolizione dell’ora solare?

Viste le conseguenze disastrose del caro-bollette sull’economia (sia familiare che nazionale), la Società Italiana di Medicina Ambientale e l’organizzazione Consumerismo No profit hanno proposto l’abolizione dell’ora solare.

La società attuale, con i suoi ritmi e le sue abitudini, rende meno problematica per la salute e il benessere dei cittadini la mancanza di luce solare nelle primissime ore della giornata, mentre la luminosità guadagnata nel pomeriggio si potrebbe tradurre in risparmio energetico e tutela ambientale, entrambi estremamente preziosi, visto il momento storico che stiamo vivendo.

Chissà se l’ora solare avrà davvero le ore contate, al momento il dibattito è ancora aperto.

Fonti:

https://www.greenme.it/ambiente/energia/petizione-ora-legale-definitiva/

https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/ora-legale-risparmi-sistema-elettrico-nazionale

https://www.lifegate.it/ora-solare-ora-legale

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